mercoledì 5 settembre 2012

La mitica 'Librairie des Colonnes' a Tangeri, MAROCCO


Se avete in programma di fare un bel viaggio in Marocco, e se vi andasse di visitare Tangeri, una meta obbligatoria è la storica, bellissima, LIBRAIRIE DES COLONNES.


A Tangeri si incontra sempre qualcuno che, chiedendovi dove alloggiate o dove avete mangiato, cosa fate nella vita o cosa cercate, può ricordarvi che nella vostra stanza viveva Bowles, in quel caffé Choukri trascorreva i suoi pomeriggi e, si certo, anche Matisse veniva per la luce. 

Tangeri, città internazionale fino all'indipendenza del regno, porta ancora i segni di quel periodo, quando metà della popolazione era costituita da europei e americani e quello che succedeva qui non era concesso nel resto del Marocco. Poi, finita l'esperienza di zona franca, la città è stata relegata a periferia del paese e ha conosciuto un'epoca di declino sociale e culturale, culminata nella chiusura delle frontiere europee, che ha segnato la fine delle ultime velleità internazionali dei Tangerini.
Da alcuni anni però, la città vive una stagione di risveglio o almeno prova a farlo, e si concretizza in una volontà di rinascita culturale che sembra voler riprendere esattamente dov'era stata interrotta. 


Così i simboli del passato, che abitano molti luoghi della città come fantasmi, vengono rievocati a costante presenza, come per richiamare la baraka, la forza vitale propria della città, la sua energia creatrice. Uno di questi simboli è proprio la storica Librairie des Colonnes, luogo di traffico intenso per scrittori ed artisti della storia letteraria e non solo marocchina.
E' stata infatti per anni il luogo d’incontro e scambio di idee tra scrittori e intellettuali come Tennessee Williams, Samuel Beckett, Jean Genet. Oggi è anche casa editrice.


 

Due recensioni al volo.... :)

      Alberto Schiavone e il suo simpaticissimo romanzo

'LA LIBRERIA DELL'ARMADILLO'

Un vecchietto smemorato scende di casa per comprare le sigarette e al posto del resto la tabaccaia gli offre un biglietto del SuperEnalotto. Senza nemmeno seguire l’estrazione, quella sera infila il biglietto tra le pagine di un romanzo. Uno di quelli fuori catalogo, che ormai non stampano più. Peccato, poteva essere lui il vincitore. Ma il destino di ogni libro è imprevedibile: per un caso fortunato, il volume finisce nelle mani di un libraio che sta lottando per salvare il suo negozio dalla chiusura. E sempre il caso vuole che a domandargli quel romanzo introvabile sia Francesca, affascinante, con lo sguardo intenso e la battuta pronta. Il libro però è già sparito — con il biglietto dentro — perché Tzu Gambadilegno, un ragazzo cinese, alto due metri e zoppo, l’ha rubato mentre consegnava pollo fritto a casa del libraio. Per fortuna lui, come tutti i librai, somiglia a un armadillo: è testardo, coriaceo e non si arrende di fronte agli ostacoli. Vuole ritrovare il libro e avere una buona scusa per presentarsi a casa di Francesca con un mazzo di fiori… La libreria dell’armadillo è un romanzo capace di commuovere, di far sorridere e pensare. Ma è soprattutto una storia sull’amore per i libri all’epoca dell’ebook e della crisi; un omaggio delicato e pieno d’incanto al potere della letteratura.


            .. e il mio amatissimo Arto Paasilinna con  il suo libro

 'IL MIGLIORE AMICO DELL'ORSO'


Chi è il miglior amico dell'orso? Un pastore protestante, è ovvio!
Se poi il pastore ha perso la sua vocazione religiosa e l'orso invece ha acquisito una spiritualità straordinaria, eccoci di botto scaraventati in una delle fantastiche storie di Paasilinna!Solo un autore come lui può immaginare un incipit così drammatico e al tempo stesso umoristico come quello di questo romanzo: nelle prime pagine muoiono una simpatica organizzatrice di banchetti e l'affamata mamma orsa, in una sorte che le "accomuna" in modo davvero "fuori dal comune". Restano così orfani i due piccoli e teneri orsetti, mentre il paese dimentica immediatamente la nostra cuoca e decide di omaggiare l'amato pastore Oskari Huuskonen con un regalo inatteso: un bel cucciolotto d'orso.
Sistemato così l'orfanello (la femmina finirà in uno zoo) e risolto il problema del regalo per il compleanno del pastore, il paese riprende la sua vita.
Ma non altrettanto accade a Oskari e alla moglie che, esasperata dalla presenza di questa bestiola ingombrante, esclama vedendo il contenuto della cesta-regalo: "Un orso, satanasso..." dando così un nome appropriatissimo al nuovo ospite: Satanasso, appunto.
Ancora non sanno che Satanasso rivoluzionerà le loro vite completamente.