martedì 27 agosto 2013

Ti prego.. Non dirmelo.


Non è un prologo-scherzo, quello che vedete sopra è il tema delle recensioni -POST FERIE-di oggi. Saranno stati certi pomeriggi d’agosto fuori città, il fatto che non ci siamo sentiti venerdì scorso, sarà stata la casa vuota (la mia) nei giorni appena passati. Parliamo di silenzio .




Silenzio rotto e subito
La donna che sbatteva nelle porte lo metto non perché parli di una donna che poi riesce a soffrire in silenzio l’urto senza imprecare. Sempre di sofferenza sopportata silenziosamente si tratta, però. Quella inflitta da un marito e di fronte a cui uno si chiede perché tacere: “Non mi viene una risposta vera (…). Mi amava e mi picchiava. Io lo amavo e mi facevo picchiare. È una cosa tanto semplice, tanto stupida e tanto complicata. È una cosa terribile.” Ma qualcosa a un certo punto la fa cambiare.

In Trastulli di animali di Mishima è invece il marito a esser muto, dopo esser stato aggredito dall’amante della moglie. Amante e moglie che ora, reso innocuo l’altro, vivono beatamente in casa sua. Beatitudine che s’incrina mano a mano, sotto lo sguardo per loro inquietante di quel marito silente. Sarà una discesa graduale nell’ossessione per entrambi.


C’è chi il silenzio lo squarcia, quello dei potenti in primis. Gli Hacker ad esempio. Ziccardi ne ha ricostruito la storia negli anni, ci racconta come sono cambiati, come operavano e operano, contro chi, perché, cosa rischiano. Intervista i diretti interessati, guarda anche a film e musica che di hacker si sono occupati, e fornisce qualche dritta pratica per “capire come navigare anonimi, come non lasciare tracce. Vuol dire comprendere come usare la tecnologia senza essere sempre sotto controllo.”


Titoli silenziosi
Ora due libri che il silenzio ce l’hanno nel titolo. Ingrid Betancourt ha preso in prestito Neruda: Non c’è silenzio che non abbia fine. Catturata nel 2002 dai guerriglieri delle Farc durante la sua corsa presidenziale colombiana, uscita dalla prigionia 6 anni dopo, ha scritto questo libro per ricordare ciò che ha passato, “sottoposta a tutte le umiliazioni, legata a un cappio come un animale“, costretta a fare tutto, tutto, davanti a tutti, testimone di scelte inaspettate da parte dei suoi compagni: “le Farc ci hanno fatto tirare fuori il peggio di noi stessi”.

Infine, Roberto Denti. Storico libraio che da poco ci ha lasciati, maestro nella letteratura per ragazzi, scrisse un romanzo che ha il pregio raro di essere adatto ad adulti e bambini. Fra noi due il silenzio è la storia di una passione tra ragazzini diversi scoppiata e portata avanti testardamente, fino a scelte drastiche ed epiloghi estremi.